martedì 13 marzo 2018

Octopoli

Circa 13.5 miliardi di anni fa, l’universo, come lo conosciamo adesso, si è formato attraverso ciò che adesso conosciamo come “Grande Botto”.

Circa 3,8 miliardi di anni fa, nel nostro pianeta chiamato Octopoli, il terzo del nostro sistema planetario a partire dalla nostra stella, certe molecole si sono combinate in modo da formare degli organismi replicanti, in osservanza delle leggi della chimica e della fisica stabilite dal Grande Essere per questo universo.

Circa 500 milioni di anni fa un ramo fondamentale di esseri viventi, che contiene i molluschi, si separa dagli altri esseri viventi. Circa 300 milioni di anni fa, i cefalopodi si separano dagli altri molluschi, e diversi milioni di anni dopo, gli octopodi si separano dagli altri cefalopodi.

A questo punto le date diventano meno precise, a causa della difficoltà di datare i genomi su intervalli di tempo più ridotti. Circa 2 milioni di anni fa un nostro antenato, l’Octopus Vulgaris si separa dai nostri cugini, tra cui l’Octopus Rubescens e l’Octopus Tehuelchus, e forma un ramo proprio dell’albero della vita. Circa 1.5 milioni di anni fa una nuova specie, l’Octopus Habilis, appare sulla scena, con l’estinzione più o meno nello stesso periodo dell’Octopus Vulgaris, forse a causa dalla maggiore intelligenza dell’Octopus Habilis nello sfruttare l’ambiente. Alcuni studiosi ipotizzano che l’uscita di scena del Vulgaris sia stata anche dovuta alla cannibalizzazione degli esemplari di Vulgaris da parte degli Habilis, ma non ci sono risultati conclusivi che dimostrino ciò, anche se altre specie di octopodi mostrano preopensione al cannibalismo, in certe situazioni.

Il periodo che va da circa 300 mila anni fa a circa 50 mila anni fa, vede la comparsa dell’Octopus Sapiens, strutturalmente meno robusto del cugino Habilis, ma molto più intelligente. Anche in questo caso, ma più gradualmente, il cugino di intelligenza inferiore viene costretto all’estinzione. Anche in questo caso ci sono molte suggestioni che sembrano indicare il cannibalismo tra specie simili come una concausa. Tra queste suggestioni, anche il tabù culturale tipicamente octosapiens, contro il cannibalismo.

Circa 50 mila anni fa, organismi appartenenti alla nostra specie, l’Octopus Sapiens, iniziarono a creare strutture ancora più elaborate chiamate “cultura”. Lo sviluppo successivo di queste culture Octopodiane è chiamato storia.

Tre importanti rivoluzioni hanno segnato il corso della storia: la rivoluzione cognitiva, che di fatto ha iniziato il corso della storia come la conosciamo 50 mila anni fa; la rivoluzione alimentare, che ha velocizzato la storia circa 10 mila anni fa e la rivoluzione scientifica che è iniziata solo 300 anni fa, ma rischia di finire la storia o di modificarla radicalmente. Questo racconto narra la storia di come queste tre rivoluzioni abbiano avuto impatto sugli Octopus Sapiens e gli altri organismi di Octopoli.

La conquista di Octopoli

Gli octosapiens non sono nè i più forti, nè i più veloci animali di octopoli. Non hanno corazze per proteggersi, nè scheletri per sorreggersi. Come hanno fatto questi umili rappresentanti del regno animale a conquistare Octopoli e a diventarne di fatto i dominatori? Parecchia ricerca ha cercato di fare luce su questo, ne faremo qui brevi cenni.

Sviluppo cerebrale e locomozione a getto hanno permesso di utilizzare, fin dai primi antenati dell’octosapiens attuale, i tentacoli come mezzo per costruire ed utilizzare strumenti e fare evolvere molte delle varie attività, liberandole da compiti di locomozione. Uno degli elementi che ha differenziato gli octosapiens dagli altri animali è senz’altro l’abilità dei propri tentacoli, che condividiamo con altri octopodi e molluschi. L’elongazione dei tentacoli, e lo sviluppo del sistema nervoso per il loro controllo fine ha permesso l’acquisizione di progressive abilità pratiche e capacità tecniche.

L’evoluzione degli octosapiens è caratterizzata da un certo numero di importanti tendenze fisiologiche, incluse l’espansione del cervello e del sistema nervoso, che arriva ad un volume di 630 centimetri cubici, oltre il doppio di altri octopodi o dei decapodiformi (calamari o seppie). L’aumento del volume del cervello ha permesso lo sviluppo di relazioni sociali di maggiore complessità, mentre l’espansione del sistema nervoso ha permesso da un lato, un maggiore controllo sui movimenti dei tentacoli ad un livello molto superiore ai nostri cugini, e dall’altro un finissimo controllo sui cromatofori dell’epidermide. Quest’ultima capacità, inizialmente utilizzata a scopo di mimetizzazione, è stata via via utilizzata a scopo di comunicazione tra individui, fino ad utilizzare una effettiva larghezza di banda nella comunicazione, in altre parole quantità di informazione per unità di tempo, di gran lunga superiore a qualsiasi altro animale.

Vi sono diversi altri animali dotati di discreta intelligenza. Tra in nostri cugini più vicini, altri octopodi le varie specie di seppie e calamari, ed in modo particolare la seppia ed il calamaro giganti.  Questi ultimi condividono con noi la capacità di controllare i cromatofori, ma soltanto a scopo mimetico, o di comunicazione di base.

Vi sono anche sorprendenti isole di intelligenza in animali a noi molto distanti. Per rimanere in ambiente marino, vi sono molte specie di delfini che hanno una spiccata intelligenza, come gli octosapiens del passato imparavano a proprie spese. Nel passato molti octosapiens finivano in pasto ai delfini, se incautamente trovati a nuotare in acque libere. Oggi, naturalmente questo non succede più, se non in rari casi isolati.

Uscendo dal mare, ed immergendoci nell’aria vi sono altre strane specie di rimarchevole intelligenza. Tra queste alcuni uccelli, animali che si muovono con molta agilità nell’aria, ed in particolare i corvi ed alcuni pappagalli. Altri animali di notevole intelligenza sono i suini, animali che vivono spostandosi sul fondo dell’atmosfera e i primati, tra cui lo scimpanzè e l’uomo.

Alcuni scienziati sostengono che questi ultimi sono quanto di più vicino possiamo immaginare ad un intelligenza aliena. Vivono legati al margine dell’atmosfera, spostandosi su due arti (l’uomo) o su quattro (lo scimpanzè). Hanno un controllo dei propri arti superiori sorprendente, e riescono persino ad usare strumenti, generalmente utilizzando le mani, appendici prensili poste all’estremità degli arti.

L’uomo lavora comunemente le pietre per renderle conformi alle proprie varie necessità (cacciare, tagliare, eccetera). L’uomo, ed altri primati, riescono a comunicare attraverso vibrazioni che emettono nell’aria. Uno dei limiti di questa forma di comunicazione è la stretta larghezza di banda. In altre parole, poche informazioni alla volta possono passare da un uomo ad un altro. Per paragonare questo dato alla comunicazione degli octosapiens basti pensare che la comunicazione dell’uomo è monodimensionale (l’aria può condurre una sola serie di vibrazioni alla volta) mentre la comunicazione degli octosapiens è bidimensionale (possiamo mostrare immagini con altezza e larghezza). Matematicamente, se un uomo passa n informazioni, l’octosapiens ne può passare n al quadrato. Secondo alcuni scienziati, questo è il limite fisiologico che non ha permesso all’uomo di evolversi ulteriormente.

Altri animali che mostrano aspetti di sorprendente intelligenza includono gli insetti, tra cui le api che hanno una vita sociale molto articolata, e le termiti, capaci di veri e propri capolavori architettonici, ed alcuni ragni.

Come detto, alcuni di questi animali sono nostri cugini, mentre altri sono molto distanti da noi, geneticamente. La relazione tra noi e loro è esemplificata nell’albero filogenetico mostrato in figura 1.

Figura 1 - Albero filogenetico che evidenzia alcune specie di elevata intelligenza e la relazione tra esse e gli octosapiens.

La rivoluzione cognitiva

Instintivamente ci rendiamo conto che gli octosapiens sono superiori a tutte le altre specie, grazie alla loro intelligenza. Ma cosa vuol dire questo, esattamente? In che senso siamo superiori? Concetti che vengono in mente nel descrivere questa differenza includono consapevolezza, coscienza, comprensione. Filosofi hanno dedicato libri nel definire con precisione questi termini nel contesto in cui li abbiamo qui introdotti, ma noi li useremo nel loro senso “comune” senza preoccuparci di definizioni accurate.

Alcuni autori propongono una tassonomia di quattro gradi , rispetto alle competenze necessarie per definire la capacità di comprensione:

• Creature con apprendimento cablato: in questo grado la comprensione della specie è totalmente scritta nel loro codice genetico. I piccoli della specie nascono sapendo tutto ciò che gli serve. Nessuna esperienza contribuisce a modificare il loro comportamento. In altre parole, l’unico determinante della loro comprensione è il processo di selezione naturale, formulato e descritto da  Kkhljui . Esempi includono: le poseidonie, le alghe, i coralli.

• Creature con apprendimento basato su condizionamento operante: in questo grado la comprensione della specie è anche derivata da semplici esperienze come negli esperimenti di  Gkhutcj ove diverse specie animali sono state indotte ad imparare nuovi comportamenti in base a semplici condizionamenti ove specifiche risposte sono state istigate con delle gratificazioni o  specifici comportamenti estinti se associati a delle punizioni. Tutti gli octosapiens che possiedono una piccola seppia sanno che con le polpette di gambero si possono insegnare ai loro piccoli amici comportamenti complessi. Altri esempi includono: i carangidi, diverse specie di granchi, le aragoste. 

• Creature in grado di simulare scenari futuri: in questo grado, la comprensione include la possibilità di creare modelli e simulazioni più o meno semplici in modo da “fare morire le ipotesi al posto loro” come ha scritto Dgaenlkd  . Questo livello di competenza è raggiunto da pochi animali, tra cui alcune specie di nostri cugini, gli octopodi, i delfini, alcuni primati e l’uomo.

• Creature che possiedono strumenti di pensiero: in questo livello di competenza, raggiunto solo dagli octosapiens, come scritto da Pfownals  . Qui gli individui hanno un arsenale di strumenti di pensiero astratti e concreti, quali il linguaggio, la matematica, il metodo scientifico, e molti altri ancora.

I quattro gradi presentati sopra sono indicativi, e sono probabilmente parte di un continuum piuttosto che quattro classi discrete e disgiunte. Quel che è certo è che gli octosapiens formano una categoria a parte, e sono gli unici membri dell’ultima classe - con netto distacco dagli altri esseri viventi. Come è nato questo distacco?

Non c’è certezza su questo, non essendoci evidenze materiali fossili o scritte. Molti studiosi presumono che il linguaggio sia stato il catalizzatore di questi cambiamenti, probabilmente insieme ad una aumentata propensione sociale. Ci sono evidenze, anche se non conclusive, che i nostri antenati Octopus Vulgaris avevano scarse propensioni sociali, se non in rari casi. Probabilmente ad un certo punto un miglioramento nella capacità comunicativa ha innescato migliore comprensione e socialità tra i nostri antenati, a sua volta incoraggiando ulteriori miglioramenti nel linguaggi, iniziando un circolo virtuoso. La possibilità opposta è anche possibile, e per certi versi più probabile: una maggiore socialità, dettata da variazioni genetiche in individui di una specifica popolazione o da un ambiente dove la maggiore socialità garantiva migliori garanzie di sopravvivenza e riproduzione può aver catalizzato un utilizzo intenzionale delle capacità mimetiche a scopo comunicativo. Alcuni studiosi sostengono che sebbene il controllo dei cromatofori dei nostri antenati Vulgaris fosse più grezzo rispetto al nostro, sarebbe stato sufficiente a comunicare in modo abbastanza complesso. Simulazioni in merito sembrerebbero confermare questa ipotesi.

Una significativa accelerazione di questo circolo virtuoso sembra avvenire circa 50 mila anni fa. Dal linguaggio alla rappresentazione simbolica su foglio di posidonia (4 mila anni fa) fino alla digitalizzazione a base di triplette binarie sui moderni sistemi di stoccaggio e manipolazione informativa (50 anni fa), il passo è breve, almeno in termini di intervalli di tempo evolutivi. Il linguaggio, e la sua rappresentazione, sono quindi la base di tutti gli strumenti di pensiero che rendono gli octosapiens il pinnacolo dell’evoluzione. Basti come esempio la matematica, che può essere vista come una formalizzazione specifica del linguaggio, quasi una branca a parte, nata in parte per risolvere problemi specifici, ed in parte sviluppata per considerazioni quasi estetiche, anche in assenza di applicazioni pratiche, che pure, in alcuni casi specifici sono pure avvenute .

La rivoluzione alimentare

Per milioni di anni la dieta degli octopodi è consistita prevalentemente di molluschi bivalvi e crostacei, e, pur occasionalmente, pesci e molto altro ancora, adattandosi egregiamente alle situazioni più eterogenee.

Questo è iniziato a cambiare 10 mila anni fa circa, quando gli octosapiens iniziarono a dedicare la maggior parte del loro tempo a manipolare la vita di alcune altre specie di esseri viventi. Questo ebbe inizio nella punta estrema della penisola  del Mediterraneo, quando alcuni octosapiens iniziarono a rendersi conto che i mitili si sviluppavono in modo spontaneo lungo alcune semplici piccoli bastoni o paletti che gli octosapiens conficcavano in terra per delimitare le zone di caccia, prevalentemente in zone poco profonde. Quando i primi miticoltori appresero il ciclo di crescita delle cozze cominciarono a costruire i collettori artificiali per coltivare i mitili ed ottimizzare il ciclo di semina, crescita e raccolta. In realtà, in tempi diversi la rivoluzione ebbe luogo in varie aree del mondo e portò alla transizione da uno stile di vita di sussistenza, basato su raccolta e caccia all'addomesticazione e coltivazione di alche, piante ed animali.

La rivoluzione alimentare ebbe profondissime conseguenze non solo sull'alimentazione octosapiens ma anche sulla struttura sociale delle antiche comunità di octosapiens. Mentre le comunità prima della rivoluzione alimentare erano tipicamente semi-nomadi all’interno di specifici habitat,  in gruppi di piccole dimensioni, tipicamente da 10 a 50 elementi, e poco strutturate da un punto di vista sociale, fu l'introduzione della coltivazione di mitili e specie edibili simili a dare il via allo sviluppo di comunità sedentarie di sempre maggiori dimensioni, progressivamente strutturati in comunità di dimensioni maggiori. L'incremento della densità di octosapiens in spazi più ristretti a sua volta favorì e condusse alla strutturazione della società octopode e, come conseguenza di una divisione del lavoro, alla nascita di forme di amministrazione politica più complesse, nonché al commercio. Inoltre, attraverso l'insediamento stabile e la possibilità di contare su fonti di sostentamento stabili, l’octosapiens iniziò in questo periodo a manipolare l'ambiente a proprio vantaggio. I più antichi esempi noti di società includono i  , che furono anche i primi a lasciare tracce scritte della propria esistenza, la cui nascita quindi segna anche il passaggio dalla preistoria alla storia.

Una delle statistiche che meglio può chiarire l’impatto di questa rivoluzione su octopoli è la seguente: alcuni studiosi stimano che la biomassa degli octosapiens e di tutte le specie addomesticate era circa lo 0,1% di tutta la biomassa all’inizio della rivoluzione, mentre adesso si stima sia intorno al 32% del totale, ed addirittura il 93% se si considerano solo la biomassa delle specie di dimensioni più grandi (che hanno peso medio indicativo maggiore di 10 grammi).

La rivoluzione scientifica

La scienza nasce con l’Octopus Sapiens. In qualche modo tutti gli esemplari della nostra specie (e forse anche di altre specie, in modo più semplice?), in un modo o nell’altro, cercano di formare un modello del mondo che li circonda. Questo modello è un tentativo di spiegarsi il funzionare e l’agire di agenti ed elementi dell’ambiente naturale con cui i nostri antenati interagivano. Inizialmente, indubbiamente, questo modello è intuitivo ed individuale o, al massimo, condiviso informalmente tra pochi individui o all’interno di piccole comunità. La caratteristica di questi modelli o proto-teorie scientifiche è la verosimiglianza. In altre parole, hanno la qualità dei buoni racconti: sono verosimili ed interessanti. La rivoluzione scientifica identifica il periodo storico in cui questi modelli, ed i metodi per definirli e verificarli, diventano più formali e, soprattutto, più sistematici e rigorosi.
Tradizionalmente, si fa iniziare la rivoluzione circa 300 anni fa, periodo nel quale alcuni modelli – alcune teorie scientifiche - specialmente in chimica e biologia, si affermano non come racconti verosimili, ma come sistemi verificabili. Forse un po' meno interessanti – questo è opinabile, ma certamente più che verosimili: verificabili. Grazie a queste prime timide teorie, che aprono la strada ad un metodo scientifico inizia un’accelerazione di scoperte e metodi che via via si rafforzano l’un l’altro creando ulteriore accelerazione. Questa accelerazione continue a tutt’oggi, e non vi sono elementi che facciano pensare ad un rallentamento, se non, potenzialmente, una distruzione dell’ambiente da parte dell’octosapiens stesso, dovuta ai troppi cambiamenti, troppo velocemente, provocati nell’ambiente. Per rendersi conto dei cambiamenti operati dall’octosapiens al nostro pianeta, si pensi al cambiamento delle proporzioni relative della biomassa cui facevamo riferimento in precedenza. Cambiamenti di queste dimensioni prima avvenivano in tempi relativamente lunghi, mentre adesso avvengono nello spazio di poche generazioni.

Come dicevamo, per consuetudine, ci si riferisce alla rivoluzione scientifica come il periodo nel quale gli sviluppi in chimica e biologia inizialmente, ma poco dopo anche in matematica e fisica, trasformarono la visione della società degli octosapiens riguardo la natura. Anche questa rivoluzione, curiosamente, ebbe inizio nella penisola del Mediterraneo, dove varie comunità di octosapiens iniziarono a immergersi nell’atmosfera per sfruttarne le risorse, fino ad allora non utilizzate. Questo cambio di ambiente ha portato a cambiamenti di prospettiva nella visione delle cose, ed in particolare alla ricerca di similarità e differenze tra il nostro ambiente naturale e l’atmosfera (e successivamente anche oltre l’atmosfera). Questo afflato speculativo, inizialmente provocò la nascita di una serie di teorie tra cui quelle più note di   e  , che pur avendo una certa coerenza interna ed abilità di spiegare alcuni fenomeni, non potevano spiegarli tutti. Finalmente, con l’opera di alcuni scienziati quali   e  , che nell’ambito rispettivamente della chimica e della biologia, oltre ad offrire delle teorie plausibili, si sforzarono di dimostrarle con osservazioni ed esperimenti, solidificando così un metodo scientifico, oltre che delle teorie scientifiche. La Rivoluzione scientifica è quindi un movimento di pensiero che, a partire dall'opera di questo scienziati, trova i suoi filosofi ed esprime la sua più matura configurazione nell'immagine dell'universo come organismo. Questa visione aveva dei vantaggi, permetteva di isolare l’osservazione dei fenomeni ad un livello specifico di complessità ed astrazione - l’organismo, ignorando la complessità insita nell’organismo stesso. Questo permetteva di trovare leggi generali ad ogni livello di astrazione su cui si voleva concentrare l’indagine scientifica.
Dopo un certo numero di successi, questo approccio mostra dei limiti. Mentre tende a spiegare i fenomeni nella loro unità, non permette una dettagliata comprensione delle parti. Circa 50 anni dopo, con il maturare di altre scienze quale la fisica, in particolare con le scoperte di  , ci fu un raffinamento degli strumenti matematici rispetto a quelli relativamente semplici usati in chimica e biologia, e la visione dell’universo rapidamente si modificò da “organismo” a “meccanismo”. Anche questa visione aveva vantaggi e svantaggi, ma rapidamente gli scienziati octosapiens abbracciarono entrambe le prospettive, usando la più appropriata di volta in volta.

La formazione di un nuovo tipo di sapere che necessita del continuo controllo dell'esperienza, richiede un nuovo tipo di “esperto” che non è ne il filosofo, né il mago né il commentatore di segni antichi; il nuovo “esperto” è lo scienziato moderno, che usa metodi e strumenti sempre più precisi, e che riesce a fondere la “teoria” con la “pratica”. Il rapporto tra scienza e tecnologia è un fenomeno che si è creato negli ultimi secoli; nel passato, lo sviluppo di nuove tecnologie, era primariamente condotto da artigiani, che in generale procedevano per tentativi non sempre avendo una base teorica per i loro sforzi. In realtà, il dominio degli octosapiens sull’ambiente, parte dalla scienza, ma si realizza negli sviluppi tecnologici, che sono sia conseguenze sia catalizzatori delle scoperte scientifiche.

Sono questi sviluppi tecnologici che permettono all’octosapiens di vivere ed operare su tutto il pianeta, nei mari, nell’atmosfera ed anche sotto il fondo del mare e dell’atmosfera. Il pianeta, in conseguenza di questi sviluppi tecnologici, e delle modifiche operate dall’octosapiens, non è più lo stesso, e questo ha connotazioni sia positive che negative. La popolazione degli octosapiens, adesso, non è più una specie come le altre, che raccoglie e caccia quanto la natura gli mette a disposizione, e scappa, in quanto preda di altre specie, giocando il proprio numero nell’estrazione a sorte della propria esistenza bruta e breve. L’octosapiens decide i destini del nostro pianeta – e forse dovrebbe farlo con più rispetto e cognizione di causa. Dopo aver quasi portato all’estinzione migliaia di specie, tra cui alcuni partecipanti alla corsa evolutiva all’intelligenza, gli uomini e molti altri primati, l’octosapiens ha fatto ammenda e ha creato degli habitat per assicurare che ogni specie di Octopoli abbia pieno diritto di residenza sul nostro pianeta.

Chissà cosa pensano gli uomini, quando ci guardano da dietro le loro gabbie in attesa del loro pasto quotidiano, e se ci giudicano loro carnefici o loro salvatori.